Se si usasse da tutti la parola ‘speculazione’ nel senso di ‘operazione fatta da chi, guardando al di là della punta del suo naso, si preoccupa di quel che può accadere nell’avvenire’, non vi sarebbe nessun inconveniente nell’usarla. Siccome però l’uso comune è legato a concetti quali ‘filibustiere’ – ‘brigante in guanti gialli’ – ‘frequentatore di locali malfamati’ e simili, parrebbe opportuno astenersene nei documenti legislativi” (v. Einaudi, 1956, p. 107). In ogni caso “fa d’uopo riportare la parola speculazione al suo significato genuino; che è quello di chi guarda all’avvenire, di chi tenta, a suo rischio, di scrutare (speculare) l’orizzonte lontano ed indovinare i tempi che verranno. Purtroppo, gli ‘speculatori’ veri sono rarissimi” (v. Einaudi, 1973, p. 347).
Einaudi
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